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Il
paesaggio
Gerusalemme è il luogo che più di qualsiasi altro
raduna una quantità straordinaria di mondi. Geologia e storia sono
intimamente legate fra loro. La città sorge all’incrocio
di conglomerati diversi: quello montagnoso degli ebrei a sud, il deserto
sabbioso degli arabi a est, l’abitato romano a ovest, e l’oasi
cristiana a nord. A Gerusalemme questi mondi si incontrano, integrando
la loro unicità e le loro essenze caratteristiche. Ciò avviene
in una forma tale che “gli edifici portano il paesaggio abitato
in prossimità dell’uomo”. Gerusalemme risulta così
essere “il centro della terra” in cui tutto viene chiarito.
A est si incontra il perdurare di un mondo assoluto, eppure mutevole.
La pietraia si frantuma e si disgrega, trasformando il territorio nell’estensione
infinita del deserto arabo. Un ambiente senza luogo, in cui l'unico fattore
di ordine è il corso del sole.
Il Monte degli Ulivi
Il Monte degli Ulivi costituisce un paesaggio dalla morfologia variata
e ricca di contrasto; il cimitero da una parte, gli uliveti dall’altra,
sullo sfondo il deserto giudaico.
Il Monte degli Ulivi si situa ad est della città ed è caratterizzato
dalla presenza del cimitero ebraico, il più antico del mondo, e
da chiese che ricordano gli eventi della Passione e della Resurrezione.
Il cimitero risale al periodo biblico e la sua importanza risiede nella
credenza religiosa che quì avverrà la resurrezione dei morti.
Valle del Cedron / Valle di Giosafat
La valle di Giosafat è la parte più settentrionale
della Valle del Cedron, ovvero l’area compresa tra la collina del
tempio (Haram Ash-Sharif) e il Monte degli Ulivi. Giosafat in ebraico
significa “Dio giudicherà” e questa limitata striscia
di terra è il luogo in cui, secondo la Bibbia, si compiranno gli
eventi del Giorno del Giudizio. Tutta l’umanità verrà
riunita sul Monte degli Ulivi, con il trono del Giudizio posto sul lato
opposto, sull’Haram Ash-Sharif . Due ponti appariranno, dividendo
la valle, uno fatto di ferro e l’altro di carta. Secondo il giudizio
di Dio, ciascuna persona dovrà percorrere l'uno o l’altro.
Nella Bibbia è raccontato che il ponte di ferro crollerà
e coloro che lo percorreranno moriranno, quello di carta invece resisterà
e offrirà la promessa per una vita eterna.
All’estremità meridionale della Valle di Giosafat sorgono
quattro tombe ebraiche, che costituisco alcuni dei monumenti più
maturi del periodo del secondo tempio.
I Getsemani
Dall'ebraico Gat Shemanim (macina per l'olio) i Getsemani
si trovano nella valle di Giosafat che separa il Monte degli Ulivi dal
monte Moria (sul quale si trova il Tempio). Il tema del Giudizio è
intimamente connesso alla storia di questo luogo.
Il
progetto
Il progetto interpreta l'identità complessa e potente
di questo luogo, senza sovrapporvi alcun giudizio, articolandosi attraverso
una serie di cavità scavate nel monte.
Il progetto cerca di rappresentare il percorso sul quale è fondata
la storia e l’anima di questo luogo.
La scelta del sito e della modalità con cui esso sarà costruito
si carica di significato e di consegunze. Come per un viaggio, molto del
percorrere futuro dipenderà dalla partenza. Gli elementi naturali,
le differenze topografiche, il perimetro all’interno del quale il
paesaggio e la città sono racchiusi, costituiscono le condizioni
con cui questo progetto si misura.
L’ingresso è messo in evidenza da un corpo emerso. Da qui
ha inizio il percorso discendente che conduce all’interno. Il taglio
nel terreno è deciso, il movimento della discesa è cadenzato
dalla posizione delle aperture che offrono gli ultimi sguardi su Gerusalemme.
Potremmo avvicinare l'esperienza che si fa di questo spazio con la sensazione
che si prova entrando in un bunker o in un rifugio. Vi si penetra abbandonando
gradualmente ogni relazione con il mondo esterno: la luce e i suoni si
attenuano, fino a percepire il proprio respiro.
Il primo giardino è silenzioso e vuoto, è la scoperta di
un’assenza, avvertita intimamente come un dolore o una violenza.
È qui che lo spazio si esibisce nella durezza della sezione. Uno
spazio che diviene contenuto e auspica una immedesimazione. Un spazio
che scompare alla visione e in qualche modo muore. Il silenzio è
tuttavia avvolgente e accogliente, non si ha modo di avere alcuna visione
dell'esterno, una luce diffusa proviene dall'alto.
La disposizione degli elementi strutturali e dei lucernari ha un significato
preciso: la costruzione non è altro che il risultato di uno scavo,
di un lavoro in sezione. I lucernari rendono leggibile la stratificazione
delle sezioni rocciose. La loro profondità in relazione al dislivello,
da vita ad una intensità luminosa sempre diversa.
La costruzione si fa dal suolo, ma allo stesso tempo si disfa e dissolve
nel pendio. Ad esprimersi è la natura geologica del sito, di cui
una porzione significativa viene qui ricostruita.
Lo spazio intermedio è il meno definito, rappresenta la vita, la
sua condizione di passaggio tra il visibile e l’invisibile.
L’ultimo corpo, a differenza dei primi due interamente ipogei, fuoriesce
parzialmente per sottolineare ancora una volta la condizione di attesa
e incompiutezza del manufatto.
Nei primi due ambienti non si hanno viste sull'orizzonte, lo scavo connette
l'interno con l'esterno verticalmente; nel terzo l'operazione di scavo
è orizzontale.
Gli spazi di servizio sono illuminati lateralmente, mentre gli spazi serviti
sono illuminati dall’alto.
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